venerdì 19 giugno 2009

There is no stopping the pain.

Poche righe.
Quando il mio disordine alimentare ha preso questa piega, decisamente più evidente e dolorosa, pensavo che in poco tempo avrei ottenuto quello che volevo.
Sono dimagrita tanto negli ultimissimi mesi.
La fame non mi ha mai colta.
Non ho mai sentito bisogno del cibo.
In alcuni momenti, ascoltavo il mio corpo, e l'assenza di cibo mi provocava bene fisico.
Sentivo che se avessi mangiato, non sarei stata bene.
Ultimamente il controllo che mia madre pone sulla mia alimentazione e la fame nervosa, mi fanno mangiare più di quanto vorrei.
La mia soglia calorica rimane ben al di sotto di quella che una ragazza della mia età dovrebbe raggiungere, ma il mangiare più di quanto in realtà vorrei mi fa stare malissimo.
Mi ero illusa pensando che sarei riuscita a raggiungere il mio scopo in pochissimo tempo.
Il mio traguardo è ancora lontano.
Prima di raggiungerlo, avrò sofferto tantissimo e avrò perso tantissimo tempo.
Ma non c'è nulla al mondo che io desideri di più.

martedì 16 giugno 2009

Ups and Downs

Ciao ragazze mie!
Come state? Vi penso sempre. Vorrei poter avere anche solo una di voi come "amica vera", intendo dire, conoscerla e frequentarla. Mi sento terribilmente sola.
è un periodo davvero strano. Stanno succedendo cose bizzarre. Probabilmente per chi mi sta intorno è difficile notarle: sono per lo più cose che succedono dentro di me.
L'università è uno schifo. Riuscire a concentrarsi è davvero difficile. Tra una settimana c'è l'esame e io sarò bocciata sicuramente. Questo vorrà dire che dovrò passare tutta l'estate a studiare qui a Roma, per non passare niente neanche a settembre. Non sono abituata a passare l'estate qui. Io odio Roma. Può essere bella quanto vi pare, ma io la detesto. Prevedo un periodo non diverso da quello che sto passando da gennaio a questa parte. Mi sento mancare al sol pensarci.
Tuttavia negli ultimissimi giorni ho riacquistato un minimo di entusiasmo. Mi è venuto in mente questo piano improponibile: andare a vivere nelle Svalbard in una casetta di legno, aprendo un bar di quelli con la libreria, trascorrendo il tempo lì, pescando salmoni, spalando la neve e guardando le aurore boreali. L'idea mi ha messo di buon umore.
L'altro ieri sera, invece, ero disperata. Volevo la pizza. Volevo una margherita intera, bella calda e filante. Era notte e sono andata in cucina a cercare disperatamente tracce di pizza; mia madre entra proprio nel bel mezzo della mia ricerca frenetica e io, ancora più innervosita, me ne torno in camera arrabbiatissima, anche perché la pizza non c'era. Come ottima soluzione, pensai di "impormi l'ottimismo": ho preso un rossetto rosa e mi ci sono colorata tutta la faccia. Ho preso la macchinetta fotografica e mi sono fatta delle foto. Visto che erano alquanto buffe (sembravo un clown arrabbiato), mi sono messa a ridere e a ballare spensierata.
Andando avanti, il controllo va male da tutti i fronti: sia io che mia madre ci diamo da fare per farmi acquistare fattezza suina. Ma sto recuperando, sono stata sotto le 300 per un paio di giorni e mi sento di nuovo tranquilla da questo punto di vista.
Ho scoperto che il controllo che ora metto nel cibo, me lo sono sempre imposta, sin da quando ero una bambina. Ora ha preso solo una piega diversa, ma non del tutto estranea: il mio disordine alimentare ha radici profondissime; da che ho memoria, non ho mai avuto un rapporto normale con il cibo: a 6 anni facevo le scenate perché non mi andava di mangiare anche se ero affamata. Poi invece sono diventata golosissima e mi sono strafogata per anni, in effetti ero anche ingrassata. Mi rendo conto però che l'essermi accorta della cosa cambia ben poco la mia situazione, e se lo so è perché mi dico "sì ok, equilibrio, ma non adesso che sono ancora una vacca!".
Altro piccolo particolare: dovrei fissare l'appuntamento con la terapista, ma non mi va di vederla. Fino a poco fa era invece il mio unico approdo. Forse, ho pensato, il fatto che ultimamente la terapia abbia virato drasticamente sul tema "cibo" mi fa allontanare dalla psicologa. Sempre lo stesso motivo di prima: guarirò dal disordine alimentare, troverò un equilibrio, ma prima fatemi dimagrire un altro po'! Il problema è che la depressione e tutto il resto nel frattempo mi rodono l'anima. Vi prego, consigliatemi!

Sto scrivendo post lunghissimi ultimamente

baci!

sabato 13 giugno 2009

More Vodka?

Ok ragazze, questo sarà un post allegro, metto da parte gli esami che sono alle porte e la ciccia che straborda e vi racconto di una serata passata in Uzbekistan.

Premessa: ero in viaggio con mia madre e amici suoi che io adoro. Professori con la P maiuscola, con i quali parlare è un piacere, e tante altre persone, adulte, con le quali però adoro fare un viaggio all'anno in cui mi inebrio di cultura. Questa volta però non mi sono inebriata di sola cultura.
Ebbene, quella era la nostra seconda e ultima sera a Bukhara (meravigliosa). Il giorno prima avevo conosciuto il ragazzo che lavorava al business centre dell'albergo, e avevamo preso una birra insieme. Alle 7 c'era l'appuntamento nella hall dell'abergo per andare a vedere uno spettacolo con cena. Arrivo lì una ventina di minuti prima e seduto al bar della hall c'era la nostra guida uzbeka, un ragazzo di 33 anni che io adoravo e che mi manca da morire! Ebbene mi fa "Viviana, lo vuoi un aperitivo?" e io " sì perché no". L'aperitivo consisteva in vodka.
E il primo bicchierino fuori.
Andiamo a cena, dove quasi non tocco cibo, ma per compensare ordino una birra, e, a fine cena, un altro bicchierino di vodka. In più di 70 anni di occupazione, i russi hanno insegnato bene agli uzbeki a bere. Si torna in albergo. Il ragazzo russo che serviva al bar della hall mi dice che sono "very very very very sexy", e mi offre un bicchierino di non so cosa. A questo punto comincia a girarmi la testa. Ma siamo solo all'inizio!
La mia guida mi domanda se voglio andare con lui e 3 suoi colleghi tutti molto giovani a bere qualcosa all'albergo accanto al nostro. Chiacchiero un po' con le altre due ragazze, una russa e una uzbeka, e con un ragazzo italiano che fa il tour operator. E un altro bicchierino di vodka se ne va. Prima di andare all'albergo però, il ragazzo della sera prima, amico della mia guida turistica, mi dice che ci avrebbe raggiunti più tardi. Ebbene, verso le 22.30 arriva e mi porta nel locale sotto l'hotel. Bevo altri 5-6 bicchierini di vodka. A questo punto mi ricordo solo che ad ogni bicchierino io gli dicevo "please, don't make me drink more, you hate me!!" e lui mi rispondeva "no, I like you!". Bene. Vuoto. Non ricordo niente.
Bussano alle 2 alla porta di mia madre, alla quale nel frattempo erano venuti i capelli bianchi. Apre e si ritrova di fronte a due camerieri, io sono sdraiata per terra e mi sono vomitata addosso. Sono svenuta e ho 40 battiti al minuto. Rischio coma etilico: alto. Mi prende a schiaffi, tenta di parlarmi ma io sono svenuta. Dopo 20 minuti riprendo conoscenza. Lei mi parla ma io non riesco a parlare in italiano. Solo inglese e russo. Essere bilingue ha i suoi difetti! Poco dopo riesco a rispondere alla domanda "come stai?" con un "bene"(ovviamente questa parte mi è stata raccontata il giorno dopo da mia madre, io quando ho aperto gli occhi, non sapevo come potessi trovarmi lì). La mattina dopo non ricordo niente, preparo la valigia velocissimamemnte ma sono ancora ubriaca. Ho un livido enorme che va da dietro l'orecchio fino alla gola, un occhio nero, graffi sulle braccia e altri lividi sulle gambe.
Il giorno dopo ancora scopro che la sera ho fatto un video mentre ero al locale: alla fine, evidentemente convinta che potesse funzionare, prendo a parlare alla mia migliore amica, dicendole di non farmi bere più perché ero già " un po' brilla". AHAHAHAHAH.

Ebbene, da quel giorno non ho più toccato alcol ragazze! E almeno per un po' di tempo (non troppo, conoscendomi) sarà così!

Cheers!

martedì 9 giugno 2009

Titolo.

Ho bisogno di sfogarmi, e oramai il danno è fatto, visto che avevo in mente di iniziare a studiare un'ora fa, aspettare le 11 non cambia molto le cose.

Vorrei analizzare questo anno accademico, a partire da settembre fino ad adesso, e capire bene cosa ne è stato del mio sorriso, perduto da qualche parte fra un digiuno e un altro.

Settembre: rientro a casa dopo due mesi in Germania dal mio ex ragazzo. Sono dimagrita parecchio, ma non esisteva ana in me. Dovevo smaltire un paio di kili, l'avevo fatto e mi sentivo bellissima. Riparto l'11 settembre per Amsterdam e sono molto felice. L'unica cosa che mi preoccupa è la scelta universitaria. Non so proprio che fare. Amo l'arte, la letteratura e la filosofia, ma le scienze mi hanno sempre affascinata. Durante il liceo ho vinto 3 volte le gare nazionali di logica-matematica. I miei sono convinti che io debba fare una facoltà scientifica, anche se io non mi sento molto in grado. Ebbene, abbandono la mia aspirazione umanistica e stendo una lista delle facoltà scientifiche:
  1. ingegneria
  2. chimica
  3. fisica
  4. biologia
  5. matematica
  6. medicina
  7. statistica

Elimino subito fisica perché non l'ho mai capita. Elimino statistica perché non mi interessa l'economia (e poi è la facoltà di mio padre). Elimino medicina, anche se mi sarebbe piaciuto, perché troppo lunga e all'epoca contavo di andare poi in Germania a vivere. Elimino biologia perché trovare lavoro è difficile (parole di mia madre). Mi rimangono chimica matematica e ingegneria. A quel punto credevo che ingegneria fosse più difficile di matematica e che chimica fosse meno interessante. Stronzate. Ebbene, rimane matematica...E vabbè.. matematica sia (nel frattempo pensavo a quanto sarebbe stato bello fare una versione di greco).

Le lezioni iniziano e già dalla seconda settimana sto indietro. Non c'è un minimo di ripasso, tutto il programma di uno scientifico è dato per scontato, ed io vengo da un classico. I libri arrivano a novembre. L'idea che "tanto l'esame è fra 4 mesi" non aiuta a mantenere il ritmo, abituata io come tutte le matricole a leggere i compiti per il giorno dopo sul diario. I professori ci dicono apertamente che questo è l'anno più difficile. Il programma della Sapienza di Roma è appositamente atto a stroncare i ragazzi del primo anno. Bel programma di merda, ci scriverei io sotto. Io arrivo qui, già non mi va di fare matematica, tutti sono degli schizzati al limite della follia, mi devo abituare ai nuovi ritmi e alla nuova realtà, al fatto che in classe non ho amici, e voi partite in quarta con un programma assurdo? OK, errore mio, ero io che dovevo recuperare da subito, ero io che avrei dovuto mettere più impegno nel mio lavoro, ma a me questi libri fanno ribrezzo, non capisco niente e poi io sto all'università 7 ore, in più ci metto un'ora per arrivare e altrettanto per tornare. mi sveglio alle 7 e torno 10 ore dopo, sinceramente la voglia di aprire gli appunti e di fare gli esercizi non mi viene. Esercizi poi, che non c'entrano un cazzo con quello che si fa a lezione. Cose assurde. Io tutt'ora non so fare il primo foglio di esercizi dei primi esami del semestre.

Nel frattempo passano le vacanze di Natale con il mio ragazzo tedesco qui a Roma, che mi tratta peggio di come mi trattava l'estate passata. Che non mi chiede mai un'opinione, che si vergogna di me di fronte agli altri. Sono molto angosciata. Un ragazzo dell'università col quale avevo fatto amicizia mi bacia e mi dice di amarmi. Perdo la testa e senza ragionarci lascio il mio ragazzo tedesco, con la pena di sentirmi in colpa per lui e di non riuscire a godermi la mia vita di coppia con quello nuovo. Risultato? per cercare di "purificarmi" dai miei peccati, prendo a farmi 3 docce al giorno. Voglio tatuarmi "MM" (che sta per Miserere Mei-abbi misericordia di me-, e pensare che non sono neanche credente) ma non mi va di sporcarmi la pelle, quindi me lo incido sulla spalle e ancora ho la cicatrice (era quello che volevo).

Nel frattempo i miei traguardi dopo un anno e mezzo di psicoterapia cominciano a vacillare.

A febbraio non passo l'esame di analisi(su 200, sono stati una cinquantina a passarlo, molti con voti bassissimi). Piena di coraggio mi dico che devo affrontare diversamente il semestre successivo. Prendere appunti in modo diverso, rivedere ogni giorno le lezioni e fare gli esercizi. Inizio con il piede giusto, e sembra piacermi, ma gli esercizi continuo a non capirli. Continuo a immaginarmi a studiare un libro con parole, e non quel coso pieno di segni.

Io ritengo che la matematica sia una scienza potentissima: nonostante la sua astrazione regola il mondo e l'universo, e questo principio a me sembra quasi divino. E credo che studiare matematica sia un grande esempio di umiltà: vuol dire mettersi di fronte al mondo e ammettere i propri limiti. Però niente, i matematici di oggi ti guardano male se non capisci qualche argomento o se non passi gli esami. Il voto lo danno alla persona e se la tirano a bestia. Inoltre ho scoperto che per studiare matematica bisogna avere una mente molto elastica ed essere molto sereni e tranquilli, perché se la prendi dal verso sbagliato, la matematica può rivelarsi piuttosto antipatica e combattiva. E vince sempre lei. E diciamo che la serenità e la tranquillità sono ciò che più mi manca.

Inizio a isolarmi. Mi vergogno a uscire perché credo di essere grassa. Voglio solo stare sola. Ogni volta che il mio ragazzo di tocca i fianchi o la pancia o le gambe, trattengo il fiato. Penso a quanto schifo debba fargli toccare tutta quella massa grassa, lui che è bello, snello e altissimo. Ogni vetrina che passiamo mi giro per vedere quanto siamo buffi con quel dislivello e con io paffuta e rotonda accanto a lui. Scruto tutti gli sguardi della gente che incrociamo e immagino i loro pensieri sulla nostra coppia ridicola. Non indosso più gonne. Metto magliette con le maniche anche nei giorni afosi e jeans lunghi. Comincio a contare le calorie che mangio. All'inizio, avevo un limite di 1000 kcal/giorno. La discesa verso le 150 come limite è stata rapida. Un giorno mi sento collassare e decido di aumentare. Ma mai più di 300. Vomito. Prendo pasticche dimagranti, faccio ginnastica dopo ogni pasto. Bevo 2-3 litri di acqua al giorno e bevo tè. L'università va uno schifo. Ho sempre sonno e il mangiare in una settimana quello che dovrei mangiare in un giorno mi abbatte parecchio. Sto scrivendo tantissimo e sono già le 11.30(ndr) . Voglio solo stare sola e voglio trovare la forza di lasciare il mio ragazzo perché odio la nostra vita di coppia. Monotona. Piatta. Non facciamo niente e lui non parla. Odio essere toccata. Passo ad un trattamento psicoterapeutico più intenso. Non ci capisco davvero niente. Sono una ragazzina viziata che si crea mille problemi.

Dopo mesi passati a dirmi e a scrivere la frase "non c'è soluzione", scopro finalmente che la soluzione c'è. Dovevo solo capire bene quale fosse il problema. Il problema ero (e sono) io. Attuiamo il processo di autodistruzione.

Il tempo mi sfugge, non riesco a regolare la mia vita. Ogni giorno penso a un personaggio di un libro, "scarpe italiane": è una ragazzina problematica e violenta che va in giro con una spada affilatissima e che con la stessa un giorno si suicida di nascosto. Non riesco a togliermi quell'imagine dalla testa. Prendo il coltello che avevo comprato anni fa in Palestina e lo affilo. Non si sa mai.

Finalmente arriva il momento di partire per l'Uzbekistan. Mi sento bella di nuovo. Lì ritrovo la felicità, sorridere mi viene spontaneo. Quando incrocio uno sguardo, faccio un sorriso sincero, che viene ricambiato. Qui se sorrido a una ragazza perché abbiamo incrociato lo sguardo, questa mi imbruttisce e con il delicatissimo accento romano mi fa "ao ma che cazzo vuoi".

Torno. L'esame è fra un paio di settimane scarse. RIprendo il libro, che oramai è consumatissimo per quanto ho tentato di capire quei teoremi e quegli esempi ma avverto una barriera insormontabile fra me e lui. C'è qualcosa di impenetrabile, io non riesco ad entrarci. Il sorrido lo riperdo subito. Non ho mai sofferto di pressione bassa, anzi, sempre leggermente più alta della normalità mentre adesso la mia minima sta a 50. Mi sento svenire ma non posso mangiare. Non ho mai odiato il mio corpo come in questi giorni. Ogni scusa è buona per dire al mio ragazzo di non vederci. Voglio scomparire. Stare sola. Voglio addormentarmi per 2 anni. La speranza di trovare la forza per reagire è davvero lontana.

Se qualcuna è arrivata fino a qui, complimenti!

sabato 6 giugno 2009

Tornata!

Salve ragazze mie, sono stata assente per un po' e il motivo è che sono partita e sono andata in Uzbekistan. è stato un viaggio bellissimo, non me lo sarei mai aspettata. Ho ritrovato il sorriso per quegli 8 giorni, ma tornata a casa la monotonia e la tristezza della mia quotidianetà mi ha ricolpita in pieno. In più a giorni c'è un esame di cui non so niente. Colleziono fallimenti e basta. Io mi sento orribile per questi pensieri che mi vengono. Dovrei pensare a quanto sono fortunata, alle opportunità che ho e così via, ma le uniche cose che mi accompagnano giorno per giorno solo la paura e l'ansia. Vedo il mio futuro vuoto e, che palle, odio parlare di queste cose.
Oggi mi sono vista 10 puntate di Rossana, che mi ha trasmesso un minimo di buonumore. Bah...
Comunque, mentre ero in Uzbekistan una sera ho rischiato seriamente il coma etilico. Ho collassato per 30 minuti, ho perso i sensi e i battiti mi erano scesi in modo preoccupante, ma vabbè!!!
A parte quella serata, il Paese offre una cucina davvero interessante: niente condimenti a parte spezie e tante verdure e riso in bianco completamente scondito, e in effetti sono dimagrita tornando. In più mi è stato detto che se dimagrisco ancora, perdo la mia femminilità. Io non lo credo per niente.
Cercherò di essere più presente, e saluto tutte le ragazze che mi hanno scritto e con le quali non ero mai stata in contatto prima.
buona notte!