martedì 9 giugno 2009

Titolo.

Ho bisogno di sfogarmi, e oramai il danno è fatto, visto che avevo in mente di iniziare a studiare un'ora fa, aspettare le 11 non cambia molto le cose.

Vorrei analizzare questo anno accademico, a partire da settembre fino ad adesso, e capire bene cosa ne è stato del mio sorriso, perduto da qualche parte fra un digiuno e un altro.

Settembre: rientro a casa dopo due mesi in Germania dal mio ex ragazzo. Sono dimagrita parecchio, ma non esisteva ana in me. Dovevo smaltire un paio di kili, l'avevo fatto e mi sentivo bellissima. Riparto l'11 settembre per Amsterdam e sono molto felice. L'unica cosa che mi preoccupa è la scelta universitaria. Non so proprio che fare. Amo l'arte, la letteratura e la filosofia, ma le scienze mi hanno sempre affascinata. Durante il liceo ho vinto 3 volte le gare nazionali di logica-matematica. I miei sono convinti che io debba fare una facoltà scientifica, anche se io non mi sento molto in grado. Ebbene, abbandono la mia aspirazione umanistica e stendo una lista delle facoltà scientifiche:
  1. ingegneria
  2. chimica
  3. fisica
  4. biologia
  5. matematica
  6. medicina
  7. statistica

Elimino subito fisica perché non l'ho mai capita. Elimino statistica perché non mi interessa l'economia (e poi è la facoltà di mio padre). Elimino medicina, anche se mi sarebbe piaciuto, perché troppo lunga e all'epoca contavo di andare poi in Germania a vivere. Elimino biologia perché trovare lavoro è difficile (parole di mia madre). Mi rimangono chimica matematica e ingegneria. A quel punto credevo che ingegneria fosse più difficile di matematica e che chimica fosse meno interessante. Stronzate. Ebbene, rimane matematica...E vabbè.. matematica sia (nel frattempo pensavo a quanto sarebbe stato bello fare una versione di greco).

Le lezioni iniziano e già dalla seconda settimana sto indietro. Non c'è un minimo di ripasso, tutto il programma di uno scientifico è dato per scontato, ed io vengo da un classico. I libri arrivano a novembre. L'idea che "tanto l'esame è fra 4 mesi" non aiuta a mantenere il ritmo, abituata io come tutte le matricole a leggere i compiti per il giorno dopo sul diario. I professori ci dicono apertamente che questo è l'anno più difficile. Il programma della Sapienza di Roma è appositamente atto a stroncare i ragazzi del primo anno. Bel programma di merda, ci scriverei io sotto. Io arrivo qui, già non mi va di fare matematica, tutti sono degli schizzati al limite della follia, mi devo abituare ai nuovi ritmi e alla nuova realtà, al fatto che in classe non ho amici, e voi partite in quarta con un programma assurdo? OK, errore mio, ero io che dovevo recuperare da subito, ero io che avrei dovuto mettere più impegno nel mio lavoro, ma a me questi libri fanno ribrezzo, non capisco niente e poi io sto all'università 7 ore, in più ci metto un'ora per arrivare e altrettanto per tornare. mi sveglio alle 7 e torno 10 ore dopo, sinceramente la voglia di aprire gli appunti e di fare gli esercizi non mi viene. Esercizi poi, che non c'entrano un cazzo con quello che si fa a lezione. Cose assurde. Io tutt'ora non so fare il primo foglio di esercizi dei primi esami del semestre.

Nel frattempo passano le vacanze di Natale con il mio ragazzo tedesco qui a Roma, che mi tratta peggio di come mi trattava l'estate passata. Che non mi chiede mai un'opinione, che si vergogna di me di fronte agli altri. Sono molto angosciata. Un ragazzo dell'università col quale avevo fatto amicizia mi bacia e mi dice di amarmi. Perdo la testa e senza ragionarci lascio il mio ragazzo tedesco, con la pena di sentirmi in colpa per lui e di non riuscire a godermi la mia vita di coppia con quello nuovo. Risultato? per cercare di "purificarmi" dai miei peccati, prendo a farmi 3 docce al giorno. Voglio tatuarmi "MM" (che sta per Miserere Mei-abbi misericordia di me-, e pensare che non sono neanche credente) ma non mi va di sporcarmi la pelle, quindi me lo incido sulla spalle e ancora ho la cicatrice (era quello che volevo).

Nel frattempo i miei traguardi dopo un anno e mezzo di psicoterapia cominciano a vacillare.

A febbraio non passo l'esame di analisi(su 200, sono stati una cinquantina a passarlo, molti con voti bassissimi). Piena di coraggio mi dico che devo affrontare diversamente il semestre successivo. Prendere appunti in modo diverso, rivedere ogni giorno le lezioni e fare gli esercizi. Inizio con il piede giusto, e sembra piacermi, ma gli esercizi continuo a non capirli. Continuo a immaginarmi a studiare un libro con parole, e non quel coso pieno di segni.

Io ritengo che la matematica sia una scienza potentissima: nonostante la sua astrazione regola il mondo e l'universo, e questo principio a me sembra quasi divino. E credo che studiare matematica sia un grande esempio di umiltà: vuol dire mettersi di fronte al mondo e ammettere i propri limiti. Però niente, i matematici di oggi ti guardano male se non capisci qualche argomento o se non passi gli esami. Il voto lo danno alla persona e se la tirano a bestia. Inoltre ho scoperto che per studiare matematica bisogna avere una mente molto elastica ed essere molto sereni e tranquilli, perché se la prendi dal verso sbagliato, la matematica può rivelarsi piuttosto antipatica e combattiva. E vince sempre lei. E diciamo che la serenità e la tranquillità sono ciò che più mi manca.

Inizio a isolarmi. Mi vergogno a uscire perché credo di essere grassa. Voglio solo stare sola. Ogni volta che il mio ragazzo di tocca i fianchi o la pancia o le gambe, trattengo il fiato. Penso a quanto schifo debba fargli toccare tutta quella massa grassa, lui che è bello, snello e altissimo. Ogni vetrina che passiamo mi giro per vedere quanto siamo buffi con quel dislivello e con io paffuta e rotonda accanto a lui. Scruto tutti gli sguardi della gente che incrociamo e immagino i loro pensieri sulla nostra coppia ridicola. Non indosso più gonne. Metto magliette con le maniche anche nei giorni afosi e jeans lunghi. Comincio a contare le calorie che mangio. All'inizio, avevo un limite di 1000 kcal/giorno. La discesa verso le 150 come limite è stata rapida. Un giorno mi sento collassare e decido di aumentare. Ma mai più di 300. Vomito. Prendo pasticche dimagranti, faccio ginnastica dopo ogni pasto. Bevo 2-3 litri di acqua al giorno e bevo tè. L'università va uno schifo. Ho sempre sonno e il mangiare in una settimana quello che dovrei mangiare in un giorno mi abbatte parecchio. Sto scrivendo tantissimo e sono già le 11.30(ndr) . Voglio solo stare sola e voglio trovare la forza di lasciare il mio ragazzo perché odio la nostra vita di coppia. Monotona. Piatta. Non facciamo niente e lui non parla. Odio essere toccata. Passo ad un trattamento psicoterapeutico più intenso. Non ci capisco davvero niente. Sono una ragazzina viziata che si crea mille problemi.

Dopo mesi passati a dirmi e a scrivere la frase "non c'è soluzione", scopro finalmente che la soluzione c'è. Dovevo solo capire bene quale fosse il problema. Il problema ero (e sono) io. Attuiamo il processo di autodistruzione.

Il tempo mi sfugge, non riesco a regolare la mia vita. Ogni giorno penso a un personaggio di un libro, "scarpe italiane": è una ragazzina problematica e violenta che va in giro con una spada affilatissima e che con la stessa un giorno si suicida di nascosto. Non riesco a togliermi quell'imagine dalla testa. Prendo il coltello che avevo comprato anni fa in Palestina e lo affilo. Non si sa mai.

Finalmente arriva il momento di partire per l'Uzbekistan. Mi sento bella di nuovo. Lì ritrovo la felicità, sorridere mi viene spontaneo. Quando incrocio uno sguardo, faccio un sorriso sincero, che viene ricambiato. Qui se sorrido a una ragazza perché abbiamo incrociato lo sguardo, questa mi imbruttisce e con il delicatissimo accento romano mi fa "ao ma che cazzo vuoi".

Torno. L'esame è fra un paio di settimane scarse. RIprendo il libro, che oramai è consumatissimo per quanto ho tentato di capire quei teoremi e quegli esempi ma avverto una barriera insormontabile fra me e lui. C'è qualcosa di impenetrabile, io non riesco ad entrarci. Il sorrido lo riperdo subito. Non ho mai sofferto di pressione bassa, anzi, sempre leggermente più alta della normalità mentre adesso la mia minima sta a 50. Mi sento svenire ma non posso mangiare. Non ho mai odiato il mio corpo come in questi giorni. Ogni scusa è buona per dire al mio ragazzo di non vederci. Voglio scomparire. Stare sola. Voglio addormentarmi per 2 anni. La speranza di trovare la forza per reagire è davvero lontana.

Se qualcuna è arrivata fino a qui, complimenti!

4 commenti:

  1. cavoli se ti capisco.. io sono passata da uno scientifico a informatica, e.. sorpresone: non ho ancora passato analisi. ormai sono iscritta da parecchi anni, poi ho cominciato a alavorare per problemi economici e l'niversità è rimasta lì. idem per le distanze, idem il primo anno. ancora non ho capito come fare per affrontare questi esami che non finiscono mai e rimangono sempre lo stesso identico numero di 3 anni fa.
    però con te sembra diverso:
    a parte che devo farti i complimenti xkè scrivi davvero da dio, usi delle parole davvero coinvolgenti e anche se parli di cose angosciose attirano un sacco (sarai mica una scrittrice in realtà??)
    dicevo..
    tu sembri infelice x il percorso che hai scelto: non ti piace nè l'ambiente nè quello che ti sbolognano da studiare nè la gente in generale del tuo corso.
    a te non piace quello che stai facendo, o forse hai paura xkè sai ke prima finirai gli studi e prima dovrai mettere in pratica tutti quei libri..
    sei partita ed eri una nuova te: prenditi un po' di tempo di riflessione, i famosi "tempi a cazzi miei" dove sperimenti un po' x capire cosa ti rende felice..
    forza.. non voglio che poi ti ritrovi tra 5 anni come me in una vita a senso unico dove tutto ciò che hai cominciato è esattamente a metà e non riesci ad andare avanti nè vuoi mandare tutto all'aria xkè non potrei mai ricominciare..
    un ciao!!
    PS:
    cmq scrivi davvero bene!

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  2. Ciao carissima :)
    Ho letto tutto, e mi ha preso così tanto che vorrei che fosse piu' lungo, per leggere ancora. Hai ragione quando dici che la matematica è una scienza potentissima, io credo che se riesci a capirla, ti da una soddisfazione immensa. ma resta il fatto, che io amo le materie del classico, così come te.
    Italiano, italiano, latino, amo le materie dello psicopedagogico, latino, psicologia, la mia amata psicologia..gia sentirli nominare mi viene la voglia matta di studiarle, di scrivere. Ho sempre odiato la matematica, sono sempre stata un cesso umano :) Ho sempre stimato che ai compiti in classe prendeva 9. Mi chiedevo come facesse. Ma come dici tu, ci vuole tranquillità, e nelle persone come noi, incasinate, complessate, tutto è molto ma molto più difficile. Eppure si deve andare avanti.. E' così, si deve.

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  3. Grazie mille :)
    Si finalmente comando io, decido io quando e se mangiare, per me è un obbiettivo splendido.
    Il 10 luglio è il mio compleanno e vorrei davvero raggiungere un buon risultato.
    Questa mattina mi sono svegliata con la pancia piattissima, e mi fa un piacere immenso.
    Tu invece? Come vai con l'auto controllo?
    Ti sono vicina.

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  4. Io credo invece che la tua speranza di trovare a forza per reagire, non sia solo una speranza... Se ci pensi, già il fatto di avere scritto questo post dimostra che stai iniziando a reagire... Le difficoltà sono inevitabili nella vita di chiunque, e così arrivano quei momenti neri in cui sembra che la vita si chiuda e si ha paura ad andare avanti perchè si teme di non essere capaci di sopportare ciò che ci aspetta... Eppure non bisogna smettere di combattere, perchè è l'unica cosa che ci può salvare, l'unica che ci può fare riemergere... Sei ancora in tempo per riprendere in mano la tua vita: non aspettare un giorno di più, fallo!! La tua scelta universitaria non è conforme alle tue aspettative? Cambia facoltà. A spattere contro un muro non si arriva da nessuna parte, ci si fa solo male alla testa. Cambiare può sembrare un "fallimento" in prima battuta, ma in realtà è la più grande delle vittorie, perchè ci vuole molto coraggio e maturità per fare una cosa del genere... Non lasciare che la vita ti scivoli sotto le dita... stringi i pugni! E ricomincia a combattere... per te stessa, non più contro te stessa...
    Un abbraccio...

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